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"September", schema di Waxing Moon Desing |
E anche il francobollo dedicato al Settembre é fatto! Così anche lo schema della serie "Monthly Trios" riferita a "July. August, September" di Waxing Moon Design può essere archiviata. Come per gli altri due francobolli estivi, ho usato l'ultimo scampolo rimanente di una tela Aida 44 (11ct) di cotone bianco che avevo da tempo. In questo modo ho potuto finire questi avanzi. Il ricamo è eseguito a 4 fili con il mouliné DMC e colori come richiesto sullo schema. In cima al tetto ho dovuto fare un pochino di punto scritto poiché il bianco si confondeva sulla tela. Alla fine del lavoro, quando ho rimesso a posto i fili, non riuscivo più a trovare il 3031, e ancora non l'ho trovato. Io divido tutti i colori in bustine apposite con su scritto il numero del colore che contengono, e quella del 3031 era anche bella piena perché c'era l'avanzo di una matassina già aperta più una matassina nuova nuova. Comincio a pensare di avere i folletti in casa! Gli occhiali spariti molti mesi fa non li ho più ritrovati. In questo caso non è un gran problema, ne ricomprerò una matassina.
Ora inizierò il libretto di tre schemi con i ricami autunnali di Ottobre e Novembre, oltre che quello invernale di Dicembre con cui si conclude questa lunga serie di francobolli di Waxing Moon Desing che ho portato avanti per tutto l’anno. Inoltre, con questo nuovo libretto, mi unisco alla proposta di Irene di ricamare ognuna qualcosa di autunnale. Doveva essere preso da libri o riviste, ma io non li ho e così mi inserisco nel cerchio con questo librettino (ne metterò la foto la prossima volta). Mi armo di ago e fili dai bellissimi colori caldi dell’autunno ed eccomi tra voi.
Mettiamo da parte per un attimo il ricamo e parliamo d'altro. Qualche sera fa hanno fatto vedere in tv il concertone dell'ex 883, Max Pezzali al Circo Massimo (RM) dell'anno scorso. Le prima canzone con cui il cantante ha aperto il concerto è stata "Gli anni". Ve la ricordate?
"....-Gli anni delle immense compagnie
Gli anni in motorino, sempre in due
Gli anni di "Che belli erano i film"
Gli anni dei Roy Rogers come jeans
Gli anni di "Qualsiasi cosa fai"
Gli anni del "Tranquillo, siam qui noi, siamo qui noi"
Mi sono tornate in mente mille immagini del periodo che va dalle scuole superiori fino a tutti i miei vent'anni. Avevo il gruppone di amici, fra cui un compagno di scuola e le mie amiche del cuore che abitavano al portone accanto. Quando uscivamo eravamo sempre tantissimi, in un numero variabile che andava dai 10 ai 30. Poi c'era il gruppo di danza, e un altro gruppone al mare in Liguria dove ogni anno soggiornavo in vacanza con la mia famiglia, composto soprattutto da milanesi, torinesi, alcuni ragazzi/e del posto e noi due, io e una ragazza di Firenze, le due toscane. Ha ragione Max, anche a me è capitato di sperimentare la solidarietà con le persone del gruppo con cui avevo più affiatamento. Fui operata alla vena safena a ventuno anni, e le mie amiche di danza invece di andarsene a ballare in discoteca vennero a casa a prendermi, spostarono un sedile indietro perché dovevo tenere la gamba tesa, e ce andammo in giro fino che trovammo un pub e ci sedemmo lì. Questo è solo un esempio, tra i tanti, di affetto ricevuto e dato, come sorelle o fratelli. Non potrò mai dimenticare quel carnevale in cui andammo ad una festa in discoteca, tutti travestiti da qualcosa, truccati, con cappelli o parrucconi, e ci arrivammo tutti dentro ad un vecchio pulmino che era dei genitori di uno di noi. L'autista era vestito da Dracula, denti compresi, e per il resto sembravamo una armata Brncaleone che faceva ridere chiunque per strada si avvicinava al nostro mezzo di trasporto. Una volta andai a trovare una mia compagna di scuola in un paese che stava nella mia provincia, sono stata lì in campagna con lei per tre giorni, e il suo gruppone mi accolse subito come se fossi sempre stata una di loro. Un pomeriggio prendemmo le bici e pedalammo per km su e giù per quelle bellissime colline. C'era voglia di stare insieme, di condividere dei momenti di spensieratezza con molti altri giovani, di fare tante nuove amicizie, e ogni tanto per qualcuno scattava anche la freccia di cupido. Si rideva, si scherzava, ci si abbracciava...si usciva senza cellulare!!! (Non esisteva). E oggi? Ho l'impressione che non sia così. Non faccio di tutta l'erba un fascio, la mia è una considerazione di carattere generale, ma vedo spessissimo ragazzi con la faccia incupita rivolti dentro il cellulare anche quando essi sono con qualche amico. Non percepisco quella leggerezza di allora che, a pensarci oggi, mi scalda il cuore. Non vedo spesso sorrisi, apertura, ma bensì atteggiamenti di chiusura, alterigia, talvolta aggressività, e una gara a chi è più ammirato, riportando nella realtà la finzione del web, e la misura è data dal numero di follower: se ne hai pochi sei uno sfigato. Io non sono dentro la realtà dei giovani, per cui potrei sbagliarmi, spero che sia solo una mia impressione, perché altrimenti non sanno cosa si perdono. Alcuni hanno mille paure, fra cui l'eco-ansia, e in tanti (non tutti) seguono qualsiasi manifesto di ribellione venga alzato da chiunque sia un filino convincente, ma io penso che quello che loro credono sia paura del clima o rabbia per qulacos' altro in realtà sia ansia da solitudine, presente anche quando si trovano fra altre persone. Invece, ai miei vent'anni, non eri mai solo bensì "tranquillo, siam qui noi", e se ti eri scelto amici con buoni valori e senso dell'onestà, eri in una botte di ferro. Poi le cose cambiano, è verissimo il finale della canzone:
"Cosa vuoi? Il tempo passa per tutti lo sai
Nessuno indietro lo riporterà, neppure noi"
Infatti non è possibile. Ci si ritrova pieni di responsabilità, più soli, più stanchi, e quella leggerezza diventa un ricordo. Possiamo provare a creare ricordi nuovi, possiamo provare a costruire una nuova leggerezza, ma non sarà mai quella di quando si è giovani, spensierati e ci si sente immortali.
Tutto questo mi fa riflettere su quante persone abbiamo conosciuto e frequentato nella vita. E' come se con ognuno di loro avessimo dovuto fare un pezzo del nostro cammino, tenersi per mano, aiutarsi a crescere, per poi dividersi nel momento in cui il destino ci mostra un bivio dove ognuno deve prendere vie diverse. Perciò oggi voglio esprimere la mia affettuosissima gratitudine a tutti coloro che ho frequentato, e in particolare ad Andrea, Stefania, Barbara, Cinzia, Stefano, Dani Ca., Patrizia, Marilena. Li porto sempre nel cuore.
Dicono che quando inizi a parlare di ricordi significa che non ne hai di nuovi da costruire perché stai diventando vecchio!! Può darsi, sono stravicinissima ad entrare nei 60, ma io mi sento sempre una ragazza. Penso che noi donne siamo e restiamo sempre delle ragazze, anche quelle centenarie.
Evviva, è Settembre!! Fa ancora caldo, ma essere usciti dall'Agosto è già un pensiero rinfrescante e comunque ieri c'è stata una pioggia fortissima che ha lavato le strade, coperto il sole, lasciato un pò di nuvolette e reso l'aria notturna più vivibile.