Immagino che qualcuno penserà: cosa c'è da dire su una fetta di pane col pomodoro?
Ma questo non è del pane qualsiasi bensì si tratta di "friselle pugliesi salentine", non quelle che si vedono al supermercato che sembrano grosse ciambelle di pane secco. Le vere friselle sono fatte a spirale. La ricetta è simile a quella del pane, ma poi, dalla lievita, si ricavano delle strisce che vengono arrotolate a chiocciola e cotte in forno due volte: con la prima cottura si ottiene una specie di panino, che poi lo si divide a metà in orizzontale e lo si cuoce di nuovo una seconda volta, per farlo seccare totalmente. Queste sono fatte con farina semintegrale di orzo (tostato e macinato), acqua, sale, lievito di birra. Si condiscono con del pomodoro strofinato sopra la frisella e lasciato lì a pezzetti, olio di oliva, una spruzzata di origano e volendo un pizzico di sale e/o pepe/peperoncino, ma essendo pane essiccato prima si bagna poggiandolo a galleggiare sull'acqua fredda in una ciotola in attesa che la frisella scenda sul fondo, quindi la si toglie dall'acqua e la si mette su un piatto per condirla nel modo che ho già descritto. La ciotola nell'immagine qui sotto, presa nei negozietti del bellissimo centro di Otranto, è fatta apposta per tutta questa operazione. La mezza luna bucherellata poggiata sopra la ciotola permette di scolare e condire le friselle dopo averle tolte dall'acqua. Ovviamente nessuno ci vieta di uscire fuori dalla ricetta originale e metterci sopra quello che si vuole: olive, tonno, striscioline di cipolla di tropea o di cipollotti, verdurine a piacere, pezzettini di formaggio fresco ecc... ecc... . È un piatto freddo ottimo per i giorni molto caldi.
La terza immagine qui sotto mostra che forma hanno le vere friselle salentine artigianali. Ovviamente non le ho fatte io, sono un prodotto tipico che ho acquistato nel Salento. Io le ho solo condite... e mangiate 😋
Sono stata al mare tutta la settimana appena trascorsa. Siamo tornati in un posto nel Salento, lato Adriatico, dove andavamo spesso prima di questi ultimi tre anni. Non ho scattato alcuna foto, poichè ne avevo fatte moltissime negli anni passati, sempre le stesse immagini di pineta selvaggia e di mare cristallino dai toni caraibici, belle ma sempre uguali. Ho preferito quindi godermi la natura senza portarmi dietro l'impiccio del cellulare o di fotocamere. Quest'anno l'acqua era anche un pochino più torbida e mossa, ogni mattina tra andata e ritorno ci facevamo cinque km tra sassi e scogli per fare il bagno in un posto che ci piaceva molto, il cellulare sarebbe stato solo un fastidio. C'è stato vento, qualche alga e qualche medusa, ma il mare è questo, non é una piscina. Nell'insieme siamo stati molto bene, e dopo una settimana di "trekking" marino, siamo tornati a casa stanchi ma con quella sensazione di rigenerazione che il mare sa dare più di una SPA. Il gettone vacanze per quest'anno ce lo siamo giocato, e al ritorno abbiamo trovato una città rovente. Manca ancora un mese e ventidue giorni a Settembre, per una metereopatica come me son tanti giorni, inizia il conto alla rovescia, magari ogni tanto alleggerendo questo lungo periodo, quando e se possibile, con qualche escursione giornaliera su sentieri di montagna e, se capitano giorni meno afosi, con qualche ora in spiaggia sul nostro vicinissimo litorale.