mercoledì 25 giugno 2025

Da schema "Farm Life" di LHN


Ed ecco un nuovo ricamino finito, ma prima devo raccontare un fatto.
Vi è mai capitato che mentre seguite uno schema di un ricamo, quasi alla fine vi accorgete che non vi basta la stoffa? Ebbene, è quello che è successo a me con questo ricamo. Mi mancava l'ultima fila in alto da ricamare, ovvero quella con il disegno della fattoria con un albero, che aveva nuvolette ai lati. Era la parte più divertente da fare, dopo così tante carotine, gallinelle ecc... ma purtroppo, se lo avessi ricamato, non mi restava in alto alcuno spazio di stoffa. Non so come ho fatto a sbagliare, ero sicura di aver contato i quadretti giusti, e dire che stavo usando un'Aida, molto più facile da contare che non il lino. Inizialmente mi sono arrabbiata con me stessa, evidentemente sono stata troppo distratta quando ho tagliato la stoffa, e avrei buttato tutto per ricominciare su una pezza nuova, ma era stato un lavoro complicatino per il fatto che fino a quel momento ci avevo ricamato un mare di soggetti piccolissimi ma pieni di colori, e ci stavo lavorando da un paio di mesetti, anche se non in modo continuativo. Per fare un esempio: sulle microscopiche gallinelle c'erano la bellezza di quattro colori. Quasi più colori che punti! In più, è stato faticoso da quando è iniziato questo caldo perché mi sudavano le mani per cui mi si appiccicavano i fili e l'ago sulle dita, e la stoffa stessa mi faceva sudare. No, buttare tutto il ricamo proprio no. Alla fine, dopo averci pensato un bel pò, ho deciso di non fare la parte con la fattoria e di sostituirla con una sorta di cielo, prendendo esempio da quello che c'era nello schema e reinventandolo. Mi è dispiaciuto, perché adoro ricamare le casette. Ne ho fatte tantissime in passato, ne ho pezze piene, e quello schema lo avevo scelto proprio perché in cima c'era la fattoria, ma ho dovuto fare una scelta. E così, eccolo qua il mio ricamo su schema "Farm Life" di Little House Needleworks "rivisitato", ovvero. alla "modo mio". Poi alla fine non mi dispiace nemmeno così, trovo che è venuto carino. D'altronde perché farsi scoraggiare per così poco? E' un Farm Life alternativo. L'ho realizzato a due fili su Aida 64 (16ct) Permin of Copenaghen colore Amazing Grey con un aghetto 28 e fili mouliné della DMC. L'ho finito da qualche giorno, ma non ho avuto tempo di pubblicarlo prima e dovevo dargli anche una stiratina.
 
Siamo in piena estate, e per ora non ho in previsione delle partenze, ma farò delle gitarelle giornaliere. Ho in programma un pò di luoghi da vedere, sentieri di montagna da percorrere, e qualche capatina al mare. Penso che fino a settembre metto da parte aghi e fili, per i motivi già descritti sopra e che trasformano uno svago in una faticata. L'estate è stressante, ma ha qualche lato positivo: si mettono abitini comodi veloci da indossare che fanno sentire libere. Per me sono completamente banditi gli indumenti aderenti. Ceniamo in terrazza, magari di fronte ad un bel tramonto e al volo delle rondini. Ci sono le stelle cadenti, le lucciole, le ciliegie, i chioschetti aperti sul mare, la freschezza rinvigorente dei boschi, la brezza che si alza la sera al tramonto e che talvolta profuma di falso gelsomino. Chissà che pensando a questo io possa esorcizzare e soffrire meno gli aspetti negativi di questa stagione, che su di me hanno effetti pesantissimi. Il problema è che il peggio deve ancora arrivare. Forza e coraggio: mancano sessantotto giorni a Settembre, per me il conto alla rovescia è aperto. 

domenica 22 giugno 2025

Per respirare un pò



Per recuperare un pò di ossigeno, di fresco e di energia, ieri siamo andato a farci una bella passeggiata per boschi. Si stava benissimo: ventilazione freschina, cielo sereno con qualche nuvoletta innocua, e profumi di fiori. Ahimè, nelle montagne all'orizzonte si nota una certa afa che crea uno sfocamento di esse. I prati di montagna estivi sono sempre meravigliosi perchè vi si trovano mescolati tanti fiorellini di tipo diverso che creano un arcobaleno di colori sul tappeto verde. Purtroppo non ho trovato l'iperico, da appendere alla porta di casa. Un tempo, per il solstizio d'estate e la festa di San Giovanni, c'era una tradizione a Roma, davanti alla omonima basilica: vendere mazzettini di erbe che, messe sulla porta, tengono lontani gli spiriti cattivi e l'erba più gettonata era l'iperico, che difatti è una pianta usata in erboristeria quando ci sono stati di agitazione o tristezza. Volevo appenderne un bel mazzetto fuori, sul portoncino d'ingresso della mia casa, come si fa a Natale con le ghirlande di agrifoglio. L'iperico è una piantina molto carina con dei fiorellini di un giallo lucente e caldo. Magari lo troverò in una prossima escursione. Oggi vorrei aggiungere due foto di fiori: nella prima si vede la scintillante bellezza del prato ricoperto di fiori. Nella seconda ho fotografato dei fiori bianchi che mi piacevano molto e che, secondo l' AI (spero che ci abbia azzeccato), si tratta di "Cerastium Tomentosum", noto come Peverina Tomentosa o Erba Lattaria