martedì 15 febbraio 2022

Passeggiata in solitudine

"Parco della Caffarella" - Parco Archeologico Appia Antica (RM)


Lunedì mattina, uscendo dalla fisioterapia, mi sono trovata a fiancheggiare un parco lì vicino. Non è un parco cittadino, ovvero quello con le aiuole fiorite, i giardinetti, le stradine con il ghiaino ben curate, tutt'altro! E' proprio un vastissimo pezzo di campagna, con tanto di pecorelle, con la vegetazione piena di rovi e viottoli di terra, a volte fangosi, rimasto incastonato tra le case che gli sono cresciute intorno. In certi punti somiglia un pò alla campagna inglese, ed è anche piuttosto acquitrinoso perchè vi scorrono le acque che furono della Dea Egeria. Durante l'inverno queste acque non si limitano ai piccoli torrenti che lambiscono i terreni, ma affiorano in superficie da sotto terra. Nel tempo si è popolato di pappagallini verdi e di coniglietti, forse tutti discendenti di animali fuggiti di casa o abbandonati. E' un luogo pieno di uccelli di varie specie, ma si vedono soprattutto le cornacchie sui rami e gli storni che la sera volano bassi in stormo creando figure di onde e nel silenzio producono un suono simile al fruscio di una stoffa nel vento causato dallo sbattere di tutte quelle ali insieme.
Quel giorno l'aria era freddina ma leggera, la luce che andava e veniva da dietro le nubi era bellissima ed io non ho resistito: prima di andare a casa sono entrata e mi sono fatta un giro. Era molto tranquillo, c'erano persone che leggevano un libro al sole sulle panchine, oppure che si allenavano, mamme con i bambini, qualcuno con il cane e qualche signora più anziana in tuta che procedeva a passo spedito per fare un pò di movimento all'aria aperta. 
Ad un certo punto, superato un ponticello, sono capitata in prossimità di quello che di solito era un prato, e invece questa volta vi ho trovato un laghetto circondato di cespugli e alberi, con il cielo che si specchiava nell'acqua. C'ero solo io finchè un runner non mi è passato accanto con il suo scalpiccio. 
L'immagine mi ha rapita, incantata. Sarà stato l'effetto di quel piccolo specchio d'acqua, oppure il silenzio, o la luce speciale, se non lo sporadico suono del vento, o i suoni diversi di vari uccelli, o anche tutto questo insieme, ma mi sono fermata a osservare quel piccolo istante magico. Si trattava di un momento perfetto, o che recava in se qualcosa di perfetto, e forse quel qualcosa era la pace e la calma. Sono rimasta lì un pò a, letteralmente, nutrirmene. Quando sono tornata a casa mi sentivo come se in quei minuti avessi fatto il pieno di energia. La Natura è una cura, una madre e una maestra.