Qualche mese fa ho acquistato questo blocco della Brause per esercitazioni di calligrafia e in questi giorni ho provato a fare degli esperimenti aiutandomi con un tutorial.
Questo blocco è specifico per i principianti e le righe oblique che, nella foto, si vedono in trasparenza, sono date da fogli mobili che hanno lo scopo di aiutare nella inclinazione delle lettere. In questo caso serve per la calligrafia inglese, che è quella che mi piacerebbe saper usare in modo fluido.
La scatola del kit per calligrafia mi fu regalata qualche anno fa, e il pennino che si vede appoggiato sul foglio ce l'ho dai tempi delle scuole medie 😄.
Esistono molti tipi di caratteri, alcuni moderni con alfabeti liberi e fantasiosi spesso usati in copertine di libri, quaderni, manuali ecc..., altri medioevali, tipici dei libri antichi che si trovano nei monasteri, scritti in epoche remote da monaci emanuensi.
Dato che non devo scrivere alcun codice miniato ne creare copertine, mi accontenterei di acquisire un bel carattere corsivo.
La difficoltà per ora sta soprattutto nel dosare la pressione del pennino e la fluidità tra le lettere. Spesso mi succede di premere troppo e vedere scivolare giù tanto inchiostro, mentre la scrittura è ancora legnosa e, se non ho le righe, decisamente storta.
Quando andavo a scuola e anche dopo, negli anni trascorsi in ufficio contabile, avevo una calligrafia piuttosto bella, poi però con l'uso di computer e cellulari ci ho perso la mano e ora mi accorgo che mi stanco subito, tengo la penna in modo rigidissimo e quindi anche la scrittura è ingessata, spigolosa, e se scrivo velocente i miei appunti sono illeggibili come una ricetta medica. E' vero che ormai, purtroppo, si fa tutto con il PC, raramente, se non addirittura mai, si scrive una lettera a mano, ma ci si affida a mail, messaggini o anche commenti sui web-spazi personali delle persone a cui ci rivolgiamo: così è più veloce, arriva subito, si risparmia il fracobollo e non si spreca carta. Io però sono un dinosauro nostalgico in certe cose, anche perchè ho vissuto in tempi in cui il massimo della tecnologia che avevamo era la macchina da scrivere, e nemmeno quella elettrica ma bensì con i tasti meccanici, spesso anche duri da premere. Ricevere una lettera, magari da una affezionata cugina, da una amica/o che avevi conosciuto in vacanza, oppure anche un biglietto di auguri, era sempre una emozione: era stata scritta solo per te, con la mano di quella persona, con il suo affetto o con la nostalgia di te, forse con qualche sbavatura ma su una bella carta scelta per te e quella lettera ti stava aspettando nella tua cassetta della posta. Mia madre faceva scrivere sempre a me il testo e l'indirizzo delle cose che spediva, e guai se sporcavo il foglio con l'inchiostro della stilografica o se sbagliavo l'ortografia!
Come ho già detto in passato, mi piacciono i "piccoli mondi antichi", lo stile vittoriano, le vecchie tazze da tè decorate, le piccole cose quotidiane, i vecchi ricami, i vestiti lunghi, i muri di pietra, gli antichi borghi, i casolari nel bosco, i cottage e i giardini all'inglese, le baite di montagna, i castelli medioevali, le manor house inglesi, le brughiere della Cornovaglia, le lande scozzesi, i fari sulle scogliere, le antiche tradizioni, i casali toscani circondati dai loro tipici paesaggi, e percepisco "l'arte" della bella calligrafia come parte di tutto questo mondo in parte perduto. E mi piace la gentilezza, cosa che nell'era dei social dei calunniatori e degli odiatori, del bullismo, delle baby gang, dei complottisti, delle aggressioni tanto per divertirsi, e della maleducazione generalizzata in un mondo sempre più allo sbando che sta perdendo ogni etica, ogni valore, e dove si crea sempre più paura, mi sembra diventare cosa rara, come se anch'essa si stesse dissolvendo nella modernità e fosse sempre più relegata ad un mondo antico ritenuto stucchevole, anche se a volte accadono cose che ti fanno sperare.
Qualche giorno fa un piccolo di gabbiano prossimo al volo è caduto da qualche tetto, magari mentre tentava di sollevarsi approfittando di qualche folata di vento. Così si è trovato da solo in strada e ogni tanto cercava di attraversarla rischiando di finire sotto ad una macchina mentre la colonia volava su di lui e con strepitii cercava di riportarlo sul marciapiede. Secondo i consigli delle associazioni di protezione animali, quando si trova un cucciolo di gabbiano per terra va lasciato stare perché la madre sa dov'è e continua a nutrirlo. Il problema è che questo pargolo proprio non voleva stare tranquillo ed essendo curioso, ma anche spaventato e smarrito, non si dava pace e non stava fermo in un luogo specifico. Ad un certo punto, guardandolo dal terrazzo, ho notato qualcosa di strano al suo lato sinistro, come se un'ala fosse leggermente pendente. Il giorno prima, quando mi sono affacciata per tutto quello strepitare, avevo visto che un ragazzo col monopattino gli era volutamente passato da vicino fino a sfiorarlo mentre il piccolo apriva le ali per aiutarsi a scappare dalla strada e mi era parso che gli avesse pestato l'estremità di un ala, ma a distanza non si capiva bene. Forse quella anomalia che mi sembrava di vedere sulla gabbianella era dovuta a questo, e mi sono chiesta cosa fare, se comprare un pacchetto di alici, mettergliele in un luogo sicuro dove attirarlo, e magari, mentre se ne stava lì a far da guardia al suo desinare, approfittarne per far venire qualcuno della protezione animali o della Lipu, con il rischio però che fra scendere di casa e andare al negozio lui si fosse già spostato chissà dove. Nel frattempo che cercavo una strategia, vedo arrivare una ragazza con l'auto. Parcheggia, scende, lo vede, lo osserva, e si sofferma proprio dove io avevo notato qualcosa di anomalo. Prova ad avvicinarsi ma lui cerca di scappare verso la strada e così lei si allontana. Evidentemente era venuta con un motivo preciso e di rapida esecuzione poiché dopo cinque minuti torna alla sua auto ma nota il gabbiano appoggiato da una parte. Si avvicina piano piano ma lui, come al solito, si scansa, tenta di allonatanarsi, lei lo segue e alla fine, con dolcezza, riesce ad afferrarlo. Lui è pesante, scalcia un pò ma lei se lo stringe al petto come un bambino, ci parla, lo accarezza, lo calma, gli apre un pò l'ala ferita, lui ricomincia a scalciare e così lei torna a calmarlo, lui cerca di beccarla ma lei affettuosamente gli regge il becco, di nuovo lo accarezza e piano piano sale in macchina con lui, resta un pò lì a coccolarlo, poi armeggia un attimo per sistemarlo e parte. Quel giovane alato, nato in un luogo per lui inadeguato e pericoloso a causa dell'attrattiva esercitata sui suoi genitori dalla presenza di spazzatura per le strade di una città sporca con micro discariche disseminate ovunque, avrà ora possibilità di sopravvivere e volare verso il mare, la sua vera casa. Quanta gentilezza e dolcezza c'era in quella giovane donna! Mi ha commossa e mi ha fatto ben sperare che non tutto è perduto, che tutta quella cattiveria e l'inclinazione al crimine, all'odio, alla maldicenza e alla brutalità, di cui le news di giornali e TV sono piene, possano rappresentare solo la punta annerita di un iceberg che sotto, nella sua parte più grande ma meno in vista, è ancora azzurro e limpido, come il piccolo mondo antico nei miei pensieri.