Sì, è un pò presto per dirlo. Io però sono fra quelle che incomincia a pensare al Natale a Novembre, innanzitutto perchè l'albero lo faccio i primissimi giorni di Dicembre, e quindi devo avere tutto pronto e qualche palla nuova, infine perchè odio le calche ed entro l'8 devo aver già fatto i regali. Ovviamente anche il ricamino che sto per iniziare sarà a tema natalizio, e perciò, dato che gli schemi relativi a questo magnifico periodo li ho finiti tutti negli anni precedenti e mi sono rimasti solo due presepi che mi furono regalati un bel pò di tempo fa (forse due anni... non ricordo bene), ho deciso di farne intanto almeno uno, quello di Little House Needleworks, dove la capanna del bambinello è a fianco di una chiesetta in stile molto americano. Non amo molto ricami a temi religiosi, pensavo di ricamarlo, farlo rifinire da una sarta e farlo in dono a colei che me li ha regalati, magari l'anno prossimo. Approfitto di una specie di influenza che mi sono presa grazie a questi sbalzi di temperature che vanno dai ventiquattro gradi ai quindici. Qualche giorno fa sono uscita fiduciosa in maniche di camicia, ho anche un pò sudato per il clima caldo e mentre tornavo a casa, ero quasi al portone, mi è arrivata una botta di gelo sulla schiena che mi ha surgelato il sudore addosso. Ed eccomi qua, tra le coperte con un pò di febbriciattola. Avevo 38 e mezzo nei due giorni trascorsi, ho dormito tutto il tempo perchè non riuscivo a tenere gli occhi aperti ed avevo un forte mal di testa. Oggi mi sento un pò meglio, anche se ho delle occhiaie spaventose, stamani la febbre era sparita, c'è ancora un pochino di mal di testa ma non voglio dormire tutto il giorno anche oggi, o rischio il letargo. Quale modo migliore per passare il tempo se non iniziare un nuovo ricamino? Il tempo invita molto a questo anche se una persona scoppiasse di salute, perchè in questi giorni abbiamo avuto venti incredibili e piogge sferzanti, sembravano uragani. L'autunno sta cercando il suo spazio, speriamo lo trovi presto.
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domenica 5 novembre 2023
venerdì 6 ottobre 2023
Autunno, ricamo e un pensiero
Finalmente ho avuto un pò di tempo per dedicarmi a questo schema iniziato da mesi, e con buon impegno sono riuscita a finirlo. Ci metto tantissimo a ricamare perchè non ci vedo più benissimo e cerco di fare il retro perfetto. Difatti io non so mai cosa vorrò farne, e perciò non posso pasticciare sul retro come invece potrei fare se volessi ricavarci un cuscino, una biscornu, un quadro ecc.... . Si consuma anche più filo facendo come me, perchè bisogna spesso staccare per ricominciare poco più in la, ma non posso fare diversamente. Lo trovo molto carino, anche se ho dovuto usare il filo metallico oro della DMC per fare le rifiniture del dorso dei libri e tali crocette non sono venute perfettissime. Si intrecciava, si sfaceva, si annodava .... che stress!! Ho provato pure a strofinare il filo sulla candela, come visto in un tutorial, ma niente da fare, ottenevo solo che la candela mi sporcava il lavoro. So di avere da qualche parte il prodotto apposta da usare col filo metallico per non farlo sfilacciare mentre si ricama, ma non sono riuscita a trovarlo. Mi sono un pò pentita di non averlo sostituito con un semplice giallo, ma quando ci ho pensato avevo già fatto tre libri e non avevo voglia di disfare. Ad ogni modo eccolo qua, finito, stirato, e immerso nei libri (quelli veri) scritti sul ricamo. Lo schema è della Little House Needleworks e si intitola "The Bookshelf". Ho usato fili della DMC su tela Aida 80 (20ct) color crema di Tessitura Artistica Chierese. E' una stoffa bellissima, molto fine ed elegante, anche se mi sono serviti non solo gli occhiali ma anche la lente di ingrandimento di gradazione elevata per vedere bene i piccoli quadrettini su cui fare le crocette. Ovviamente mi è servito anche un ago molto fino, talmente fino che la punta della cruna mi ha procurato una piccola vescica al dito medio destro. Ma non ha importanza, volevo finirlo a tutti i costi, me lo portavo avanti da mesi.
Ed eccoci in pieno autunno: boschi vestiti di ambra e ruggine, nebbie mattutine, aria freddina e piogge che richiedono calze, stivaletti e maglioncino, odore di funghi e di vento che abbraccia le foglie cadenti, tazze di tea caldo preso davanti alle finestre che si affacciano su un cielo autunnale, copertine sulle lenzuola, sentieri nella foresta cosparsi di tappeti rossi e scricchiolanti, la tiepida luce autunnale che si insinua tra gli aberi che entrano in letargo ...... ....si certo: nei sogni!! Qui ancora siamo belli al caldo, e in certe ore si raggiungono i 30°. Dormo ancora con il lenzuolo e alcune finestre aperte, non ho osato ancora accendere il forno e giro vestita come tre mesi fa. E' vero che qua le "ottobrate" sono una tradizione, ma gli anni scorsi non giravo per casa con il prendisole. Conto che l'autunno, quello vero, quello che invita a mettere le mele con la cannella e il pane in forno, arriverà. Nel frattempo, lascio qui un collage di quello che è l'autunno per me, fatto con immagini prese dal web, e già solo mentre lo costruivo mi sentivo meglio. Ovviamente non manca la streghina con la sua zucca, per portare qui un pizzico di Halloween. Vuole essere un gesto beneaugurante di un bellissimo e vero autunno per tutti. Volevo utilizzare immagini scattate da me negli anni passati, ma sono tutte in quel mio hard disk che è deceduto mesi fa.
A proposito di Halloween, in realtà ci avviciniamo alle feste di Ognissanti e dei Morti, ed io come ogni anno voglio lasciare un pensiero sia alla mia nonna materna che e soprattutto alla mia mamma. E' a lei che sempre voglio dedicare questa bellissima e toccante canzone di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, il solo che può cantarla. E' proprio così che ci si sente, come bambini abbandonati, lasciati soli all'uscita da scuola, con i propri pesi e con le difficoltà della vita che ormai non possono più essere condivisi con lei che invece, come i fiori, dava tutto quello che aveva e che poteva senza chiedere niente. E' un senso di vuoto con cui si convive, che nel tempo smette di fare male, ma che non si riempie mai. A me oggi piace ricordare la mia mamma in un giorno d'autunno, all'inizio delle scuole (che quando ero piccola io avveniva in Ottbore), con il cortile della scuola pieno di foglie secche, mentre io con il mio grembiulino bianco e il fioccone blu esco con gli altri bambini e il maestro (una persona meravigliosa), e lei era già lì che mi aspettava, per assicurarsi che non mi sentissi persa, che non cercassi di avviarmi verso casa da sola. Lei era sempre lì, è sempre stata lì, e non solo fuori della scuola. Ora non può aiutarmi a portare i miei sassi, non può proteggermi dagli schiaffi della vita, eppure so che lei e mia nonna non mi lasceranno mai sola. Ma ecco la canzone: Le tasche piene di sassi, di Jovanotti
Volano le libellule sopra gli stagni e le pozzanghere in città / Sembra che se ne freghino della ricchezza che ora viene e dopo va / Prendimi non mi concedere nessuna replica alle tue fatalità / Eccomi son tutto un fremito ehi. - - - Passano alcune musiche ma quando passano la terra tremerà / Sembrano esplosioni inutili ma in certi cuori qualche cosa resterà / Non si sa come si creano costellazioni di galassie e di energia / Giocano a dadi gli uomini, resta sul tavolo un avanzo di magia. - - - Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti al cielo / E non so leggere vienimi a prendere, mi riconosci ho le tasche piene di sassi / Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti a scuola / Mi vien da piangere, arriva subito / Mi riconosci ho le scarpe piene di passi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te. - - - Sbocciano i fiori sbocciano e danno tutto quel che hanno in libertà / Donano non si interessano di ricompense e tutto quello che verrà / Mormora la gente mormora falla tacere praticando l'allegria / Giocano a dadi gli uomini, resta sul tavolo un avanzo di magia. - - - Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti al cielo / E non so leggere vienimi a prendere, mi riconosci ho un mantello fatto di stracci / Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti a scuola / Mi vien da piangere, arriva subito / Mi riconosci ho le scarpe piene di passi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te. - - - Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti al cielo / Vienimi a prendere, mi vien da piangere / Mi riconosci ho le scarpe piene di passi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te. (Compositori: Franco Santarnecchi / Lorenzo Cherubini, Testo di Le tasche piene di sassi © Universal Music Publishing Group)
domenica 6 agosto 2023
Apine indaffarate
Questi giorni sono stati benedetti da influssi nordici che qua, a parte la prima pioggia tempestosa che è caduta, ha poi creato un bellissimo clima da inizio Settembre.
Sono certa che non durerà, quando fa caldo anche il pc emana calore, e per questo approfitto delle temperature dolci di questi ultimi giorni per pubblicare questa foto che ho scattato durante una recente camminata in montagna: un'apina indaffarata a raccogliere il polline.
C'erano fiori di genziana, sambuco ebbio, verbasco, iperico, e distese immense di margherite e fiorellini di ogni forgia e colore.
Su di essi si appoggiavano farfalle, bombi, coccinelle, insetti di ogni tipo e, ovviamente, c'erano anche le api, alle quali dobbiamo molto per il proseguo della vita riguardo la flora del nostro pianeta e quindi anche riguardo noi stessi che da essa dipendiamo.
"Se l'ape sparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita" (frase attribuita ad Albert Einstein ma che, secondo alcuni, sembra che in realtà appartenga, per i contenuti, al premio nobel e scrittore naturalista Maurice Maeterlinck sul suo "Vita delle api" del 1901, il quale affermò che "Si stima che più di centomila varietà di piante scomparirebbero se le api non le visitassero", e al giornalista Pierre Pascaud che nel 1965 in una rivista francese scrisse che dai suoi calcoli Einstein stimò quattro anni di vita per l'uomo se l'ape si fosse estinta. Da allora apparve questa citazione.)
domenica 9 luglio 2023
Friselle salentine
Immagino che qualcuno penserà: cosa c'è da dire su una fetta di pane col pomodoro?
Ma questo non è del pane qualsiasi bensì si tratta di "friselle pugliesi salentine", non quelle che si vedono al supermercato che sembrano grosse ciambelle di pane secco. Le vere friselle sono fatte a spirale. La ricetta è simile a quella del pane, ma poi, dalla lievita, si ricavano delle strisce che vengono arrotolate a chiocciola e cotte in forno due volte: con la prima cottura si ottiene una specie di panino, che poi lo si divide a metà in orizzontale e lo si cuoce di nuovo una seconda volta, per farlo seccare totalmente. Queste sono fatte con farina semintegrale di orzo (tostato e macinato), acqua, sale, lievito di birra. Si condiscono con del pomodoro strofinato sopra la frisella e lasciato lì a pezzetti, olio di oliva, una spruzzata di origano e volendo un pizzico di sale e/o pepe/peperoncino, ma essendo pane essiccato prima si bagna poggiandolo a galleggiare sull'acqua fredda in una ciotola in attesa che la frisella scenda sul fondo, quindi la si toglie dall'acqua e la si mette su un piatto per condirla nel modo che ho già descritto. La ciotola nell'immagine qui sotto, presa nei negozietti del bellissimo centro di Otranto, è fatta apposta per tutta questa operazione. La mezza luna bucherellata poggiata sopra la ciotola permette di scolare e condire le friselle dopo averle tolte dall'acqua. Ovviamente nessuno ci vieta di uscire fuori dalla ricetta originale e metterci sopra quello che si vuole: olive, tonno, striscioline di cipolla di tropea o di cipollotti, verdurine a piacere, pezzettini di formaggio fresco ecc... ecc... . È un piatto freddo ottimo per i giorni molto caldi.
La terza immagine qui sotto mostra che forma hanno le vere friselle salentine artigianali. Ovviamente non le ho fatte io, sono un prodotto tipico che ho acquistato nel Salento. Io le ho solo condite... e mangiate 😋
Sono stata al mare tutta la settimana appena trascorsa. Siamo tornati in un posto nel Salento, lato Adriatico, dove andavamo spesso prima di questi ultimi tre anni. Non ho scattato alcuna foto, poichè ne avevo fatte moltissime negli anni passati, sempre le stesse immagini di pineta selvaggia e di mare cristallino dai toni caraibici, belle ma sempre uguali. Ho preferito quindi godermi la natura senza portarmi dietro l'impiccio del cellulare o di fotocamere. Quest'anno l'acqua era anche un pochino più torbida e mossa, ogni mattina tra andata e ritorno ci facevamo cinque km tra sassi e scogli per fare il bagno in un posto che ci piaceva molto, il cellulare sarebbe stato solo un fastidio. C'è stato vento, qualche alga e qualche medusa, ma il mare è questo, non é una piscina. Nell'insieme siamo stati molto bene, e dopo una settimana di "trekking" marino, siamo tornati a casa stanchi ma con quella sensazione di rigenerazione che il mare sa dare più di una SPA. Il gettone vacanze per quest'anno ce lo siamo giocato, e al ritorno abbiamo trovato una città rovente. Manca ancora un mese e ventidue giorni a Settembre, per una metereopatica come me son tanti giorni, inizia il conto alla rovescia, magari ogni tanto alleggerendo questo lungo periodo, quando e se possibile, con qualche escursione giornaliera su sentieri di montagna e, se capitano giorni meno afosi, con qualche ora in spiaggia sul nostro vicinissimo litorale.
martedì 13 giugno 2023
Un pò di bosco finalmente
E' un luogo così bello che merita una foto grande.
Finalmente, dopo tanto tempo, siamo riusciti ad andare sulle nostre amate montagne. E' stato un paio di settimane fa. Anche qui da noi ha piovuto tanto negli ultimi due mesi, e là sui monti ancora di più.
Ci abbiamo riprovato anche domenica scorsa, ma siamo stati sorpresi da un forte acquazzone dopo aver fatto appena 500 mt. e questo ci ha costretti a fare dietrofront. Invece nel luogo della foto è stato bellissimo. L'aria era fresca e qualche nuvoletta ogni tanto passava ad alleggerire la luce sferzante del sole. Il bosco, che odorava di muffe, era pieno di uccellini che avevano messo in scena i loro piccoli concerti e, cosa più bella di tutte, c'erano pochissime persone. Ci siamo goduti tutto: la brezza, la voce frusciante degli alberi, la luce brillante sulle foglie, la salita nel bosco, le cascate dove, in mancanza delle folle dei periodi più estivi, si sentiva solo il gorgoglio cristallino del torrente e dell'acqua che precipitava tra i massi. Uno spettacolo bellissimo fino qui, alla fine del sentiero, nel ventre di madre terra che si erge con alte rocce tutto intorno.
Avevamo davvero bisogno di respirare, dato che da dopo Pasqua ogni fine settimana e spesso anche nei giorni feriali non abbiamo fatto altro che svuotare, risistemare, stuccare, verniciare, pulire, rigenerare mobili ecc.. ecc.. nella casetta al mare di mio suocero, un busigattolo piccolo che non pensavamo ci portasse via così tanto tempo, e che lui, causa la sua età e i suoi acciacchi, negli ultimi anni non aveva mantenuto come si deve. Ci voleva quindi un bel pò di aria di montagna fresca e ricca di ossigeno per disintossicarci.
Intanto qua anche oggi ci siamo presi la nostra bomba d'acqua. Onestamente, data la siccità che c'era, non mi lamento, spero solo che con queste piogge a catinelle non succeda niente, ma non ho alcuna fretta di entrare nella fase tipicamente estiva che dove abito io vuol dire 40°, afa umidiccia, tante zanzare, incendi nelle zone verdi, poca energia, aria malsana e sudate a non finire. Generalmente, in tali circostanze, apro anche poco il pc, per il calore che sprigiona. Volenti o nolenti l'estate si farà sentire, e cercheremo di prenderne gli aspetti migliori e tutta la bellezza che la natura sa offrire per quello che sarà possibile. Manca poco al solstizio d'estate, auguro a tutti tanti gelati ai chioschetti sul mare, macedonie dolci e colorate, piedi tra la sabbia e le onde, abitini leggeri, cappellini di paglia, tramonti tinti di arancio e rosa, prati al profumo di fiori ed erbe medicinali, vette maestose, sentieri dove le marmotte ne sono le guardiane, e tanti sogni ad occhi aperti. E vi auguro le lucciole, ormai così rare.
Ps: una nota per chi ama ricamare - Ieri mi hanno fatto pagare ben euro 2,50 una matassina di filo moulinè DMC n.3857. Sul sito della DMC lo mettono euro 1,75 per la vendita al pubblico on-line. Prima del 2020 le pagavo euro 1,20 o 1,30, e da qualche mese euro 1.80. Questo è un furto. Una volta spesi più di 30 euro per parecchi colori. Oggi ne avrei spesi più di 60, non me lo sarei potuta permettere, sono solo dei fili!!
lunedì 24 aprile 2023
Nuovo ricamo, e foto perse
Rieccomi qua, dopo tanto tempo.
Per vari motivi non ho potuto dedicarmi molto alle mie amate attività creative (la spalla e altri problemini di salute, il poco tempo, gli impicci ecc.. ecc...insomma: le solite cose), ma ultimamente qualcosa ho cominciato: questo lavoretto di Little House Needleworks intitolato "The Bookshell". Dato che, per i vari motivi di cui sopra, non so per quanto tempo lo porterò avanti prima di finirlo, ho deciso di non fare nulla che fosse associato ad una stagione ma bensì ad un soggetto che in qualsiasi momento può essere piacevole ricamare. Cosa più dei libri si adatta ad ogni giorno dell'anno? Inoltre, in questo schema, sono citati alcuni dei miei racconti preferiti.
La primavera, fino a un paio di giorni fa, è passata tra vento freddo e neve sui monti. Di certo non mi lamento, io temo il caldo e quando venivano le giornate serene, adoravo quel sole tipido e il cielo terso. Però da qualche giorno qualcosa è cambiato e siamo entrati in un inizio di clima caldo e cielo afoso o velato. Prima o poi doveva accadere e mi devo psicologicamente preparare alle future temperature roventi. Do per scontato che sarà così, visto che non c'è stata estate in cui ci siamo salvati dai 40° e oltre dal 2003. Per il momento, in questa città possiamo godere di alcune bellissime fioriture. Intanto, oltre ad aver fatto tutte le pulizie primaverili già prima di Pasqua ed essermi liberata di tutto ciò che non è utile, oggi ho anche tolto il piumone dal letto. Con questo tempo pazzo, speriamo che sia stata la scelta giusta.
Ultimamente mi si è rotto l'hard disk esterno, e insieme ad esso ho perso un mare di fotografie di tutte le mie gite in montagna, degli inverni con la neve, dei compleanni e dei viaggi al mare e all'estero, fra cui quello in Cornovaglia, le cui foto, per la prima volta, non le avevo passate ne su un cd ne le avevo stampate. Certe situazioni mi ricordano che la tecnologia è infida, e questi aggeggi possono sempre tradire. I vecchi metodi, ovvero, le foto stampate, ci permettono sempre di mantenere il ricordo.
Ovviamente non dico che dobbiamo stampare sempre tutto, ma magari tenere al sicuro, affidandolo al cartaceo, il ricordo di un bel viaggio, di un posto dove non si era mai stati prima, oppure di alcune foto particolarmente riuscite o che ci rammentano momenti speciali, sarebbe sempre una buona soluzione, anche se non saprei più a chi farle stampare e le stampanti di casa a volte non sono all'altezza e serve molto inchiostro. Che forse l'Universo mi suggerisce che ogni tanto bisogna chiudere una porta sul passato? Mah! Io sono più propensa a pensare che i computer, così come i suoi annessi, a volte sono programmati per smettere di funzionare. Diamo loro troppa fiducia. Non so se a voi è mai successa una cosa del genere. Effettivamente ciò che abbiamo fatto nel passato pesa, anche ciò che è stato positivo e i bei ricordi, e se qualcuno o qualcosa quel bagaglio te lo porta via ne senti la mancanza. Questo è ciò che ho provato perdendo quelle foto, e che mi ha portato a rendermi conto di avere avuto quel bagaglio. Spero che riusciremo a trovare un modo per recuperare i dati di quell'hard disk esterno.
Un tempo, fino all'avvento degli smartphone, del digitale e di vari aggeggi del pc, tutto quello che era importante veniva stampato e riposto in apposite cartelle. Le foto si facevano con il rullino e la macchina fotografica, e dato che il rullino aveva un suo prezzo e stampare le foto costava caro, si scattava solo quando ne valeva la pena e si stava molto attenti a farlo nel modo migliore possibile. Nonostante ciò, ogni volta che si apriva il pacco delle foto appena ritirate dal negozio, c'era sempre la sorpresa dell'immagine mossa, o di quella che era uno scatto sfuggito e di fatto non inquadrava niente. Poi con il digitale abbiamo iniziato a scattare foto su foto per ogni cosa e oggi, con gli smartphone, vedo gente che, anche solo mentre sta mangiando una pizza normalissima in una qualsiasi banale pizzeria, si scatta il selfie o riprende l'immagine del piatto, l'insegna della pizzeria ecc... . Mi prometto che se riuscirò a recuperare il contenuto del mio hard disk, farò una bella pulizia di ciò che conta veramente tenere, e lo passerò su un bel cd mentre cercherò anche di stampare su carta le mie foto di quel mio viaggio di qualche anno fa, dal Somerset alla Cornovaglia in Inghilterra, selezionando quelle migliori.
domenica 5 febbraio 2023
Desiderata
Una foto del febbraio 2010. A quel tempo avevo i capelli color castano biondo lunghi fino al punto vita. Si cambia. Fu una giornata perfetta: neve bellissima, clima non troppo freddo, pochissima gente nel sentiero, e quindi c'era un fantastico silenzio, stemperato solo da qualche leggerissimo alito di vento e dal gocciolamento della neve dai rami. Era 13 anni fa, quando d'inverno nevicava spesso.
Non siamo solo noi a cambiare: spesso cambiano anche molte cose che ci circondano, e non sempre siamo pronti ai cambiamenti. Perciò oggi vorrei condividere con voi NON una cosa scritta da me, ma le parole di un manoscritto ritrovato a Baltimora nella chiesa di San Paolo e che rileggevo spesso quando ero una ventenne, soprattutto se mi capitava di sentirmi un pochino esausta. Viene spacciata per un documento del 1692. In realtà pare che invece sia stato redatto dal poeta Max Ehrmann, nato nella seconda metà dell'800. Il parroco della chiesa in questione, che ritrovò il manoscritto, mise l'annotazione "Old Saint Paul's Church, Baltimore. A.C. 1692" indicando l'anno di fondazione della chiesa, creando così un equivoco. Anche se piuttosto in ritardo, è il mio augurio per i giorni a venire rivolto a tutti. Questa è la traduzione che ho io, non sono sempre proprio identiche.
N.B - Oggi è giornata di revival!! 😄
Si intitola "Desiderata"
"Procedi con calma, tra il frastuono e la fretta, e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio,
Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza, e ascolta gli altri: pur se talvolta noiosi e incolti, hanno anch'essi una loro storia. Evita però le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti a paragonarti con gli altri, rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.
Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d'inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtuoso: molti sono coloro che perseguono alti ideali, e dovunque la vita è colma di eroismo.
Sii te stesso, e soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore, perché pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempre verde.
Accetta docile la saggezza dell'età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo, per difenderti dalle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso.
Tu sei figlio dell'universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d'esistere, e convinto o non convinto che tu ne sia, non v'è dubbio che l'universo si stia evolvendo a dovere. perciò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che ne hai, e quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell'esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito.
Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso.
Sii prudente.
Sforzati di essere felice. " (Manoscritto trovato a Baltimora nell'antica chiesa di San Paolo)
lunedì 30 gennaio 2023
Esercizio n.6
Post work in progress (magari aggiungerò nel tempo altri disegni, se avrò tempo per farli). Non ho potuto ricamare in questi ultimi due mesi: un dolorino fisso dentro la scapola destra me lo ha impedito, ovvero, il medico mi ha detto di lasciar perdere ago e filo per almeno tre mesi. A questo punto che fare? A dire il vero ho avuto poco tempo libero, che ho dedicato a matite e colori.
Qui sotto c'è della frutta che ho copiato da un libro tanto per esercitarmi un pò (una pera, una pesca aperta e delle nocciole), ma ciò di cui vorrei parlare è l'esercizio sopra. Si tratta di una sorta di "gioco" con i colori. Aiuta molto quando si ha una scatola nuova di matite, pastelli, tempere, ecc... per verificare le tonalità che veramente si hanno a disposizione, la durezza, la possibilità di sfumare, e quali sono gli accostamenti che rendono vibranti i colori.
Io ho usato una vecchissima scatola da 36 matite della Derwent che però sono diventate un pò durette.
Svolgimento:
su un bel foglio bianco adatto per il tipo di tecnica che useremo si disegna un rettangolo e lo si divide in una serie di altri rettangoli tutti vicini gli uni agli altri e di grandezze diverse. (N.b.: se lo si preferisce, si possono usare anche forme diverse rispetto al rettangolo, che possono essere geometriche o astratte). A questo punto si riempiono i vari rettangoli con colori diversi, cercando di fare degli accostamenti che ci sembrano belli, e, a seconda della pressione esercitata se stiamo usando matite o pastelli di vario genere, creando delle sfumature. Una volta riempiti tutti i rettangoli, si definiscono i bordi di ogni rettangolo con un pennarello del colore corrispondente a quello usato in quello spazio e, volendo, si può anche giocare a creare dei ghirigori a piacere all'interno del rettangolo stesso (tralci, fiori, linee dritte o curve, incroci, stelle, onde, trine, e tutto quello che viene in mente). Alla fine io ho circondato tutto l'insieme con un pennarello nero e ne ho fatto anche tracce qua e la agli angoli dei rettangoli interni. Nel complesso ho usato matite colorate, pennarelli normali, pennarelli con la punta a pennello, pennarelli glitter e metallizzati. In merito al colore bisogna ricordare una regola: i tre colori cosiddetti primari sono il giallo, il "magenta" (una sorta di rosso acceso un pò rosato) e il cyan (un azzurro). Se si mescola il giallo con il magenta si ottiene l'arancio, il quale vibra accanto al cyan (poichè non lo contiene in sè); se si mescola il magenta con il cyan si ottiene il viola, e per questo esso vibra con il giallo; infine, se si mescola il cyan con il giallo si ottiene il verde, il quale vibra vicino al rosso. Ovviamente non è che bisogna mettersi a cercare il cyan o il magenta tra i colori, basta avere un paio di tonalità diverse di giallo, di rosso, di blu/azzurro, di arancio, di verde e di viola, più, non dimentichiamolo, qualche colore terra (marrone, ocra, bruno, grigio ecc...). Alla fine del gioco, da fare proprio allo scopo di divertirsi a sperimentare gli accostamenti tra i colori a disposizione, potremmo notare che ci possono essere dei punti che ci sembrano più vivi e altri che ci sembrano più spenti, e anche questo serve per capire quali sono gli abbinamenti che non vanno bene. E' una sorta di gioco molto rilassante, da fare quando vogliamo liberare la mente dai pensieri, basta ricordarsi che non stiamo facendo un capolavoro e che non dobbiamo tirar fuori un Mondrian. 😉 .
Nel collage qui sotto relativo ai disegni di cui parlavo all'inizio, sembra che la pera e la pesca siano più piccole delle nocciole, in realtà è il contrario ma non mi andava di mettere ogni cosa con una propria foto singola. La carta su cui sono eseguiti è bianca ma il cellulare non riesce a fotografarla diversa da così.
Aggiornamento del 24/04/2023: ciliegina